Contro il capitalismo finanziario globale

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LOTTA DI POPOLO

sisifo    La sinistra/Sisifo continua a seguire chi vuol farle collocare l’antico masso della egemonia della classe operaia sulla cima del monte del popolo. Fa sforzi sovrumani, ma ogni volta che guadagna qualche metro, la naturale forza di gravità fa tornare il masso alla base del monte.

Per preparare e gestire il golpe in Ucraina le fondazioni di George Soros e i servizi NATO hanno reclutato gruppi paramilitari sedicenti nazisti da mezza Europa, Macedonia, Albania e Israele. Decine di uccisioni, stupri e violenze di ogni sorta. Un fatto clamoroso.

Ma partiti e media italiani del centrodestrasinistra non hanno riesumato nessuno slogan su un risorgente nazi-fascismo.

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In questi giorni invece, per futili motivi politici (un documento letto da alcuni skinheads durante la riunione di una Onlus a Lodi e una bandiera della Marina militare tedesca dei primi del ‘900, nella camera di un militare a Firenze), è stata scatenata una eccezionale campagna politico mediatica e non c’è stato TG o talk show che non abbia richiamato il pericolo di un ritorno del fascismo, ovviamente collegato al voto populista e anti euro in vari paesi d’Europa.

Parto da qui, sia per evidenziare la ridicola e strumentale montatura fatta dal PD & company alla continua ricerca di espedienti mediatici che facciano da paravento ai disastri combinati dal loro governo dell’Europa, dell’Italia, delle regioni, delle città, delle banche, delle coop, dei sindacati, delle Onlus, ecc., sia per cercare, nuovamente, di far emergere la necessità, per chi si ritiene comunista o socialista, di ripensare a idee forza e schemi ideologici derivanti da sistemi, economici e di potere superati dalla attuale fase di capitalismo finanziario globale (anche se non penso che, presso chi si trova più a suo agio nella recita di vecchi copioni, potrò avere più fortuna di 4 anni fa. [1] ).

fiat money

Sono molti i sociologi e gli analisti economici che parlano apertamente di proletarizzazione del ceto medio.

La borghesia, dai contadini agli artigiani, dai commercianti ai pescatori, dagli impiegati agli insegnanti, dai giornalisti ai rappresentanti, è stata falcidiata per numero, per reddito, per ruolo sociale e potere politico.

Non va certo meglio alla residua classe operaia.

La portata dei cambiamenti che li ha accomunati, è sottolineata anche dal drammatico dato dei suicidi. Nel solo 2014, i dati ufficiali (sottostimati per una presunta perdita di dignità/prestigio da parte dei familiari) riportano che, in Italia, oltre 200 persone, soprattutto imprenditori e lavoratori rimasti senza lavoro, si sono suicidate per ragioni economiche.

La distruzione/privatizzazione delle industrie pubbliche; le innovazioni di processo e di prodotto che hanno mirato, e tuttora mirano, alla riduzione degli addetti per unità di prodotto; la delocalizzazione degli impianti produttivi verso aree e stati con meno diritti (civili, sociali e politici), la gara tra stati per competere, al ribasso, con altri sistemi paese sul costo del lavoro, sul livello dei diritti e della salvaguardia dell’ambiente; tutti questi aspetti hanno portato ad una riduzione, nel numero e nella forza sociale e politica, della classe operaia.

precario

Al rapido declino di occupazione, salari, welfare e diritti hanno contribuito anche quei partiti e sindacati che ‘sulla carta’ avrebbero dovuto tutelare la classe lavoratrice, ma l’hanno lasciata in balia della globalizzazione/liberalizzazione voluta dalla grande finanza, dando a ciò il nome di ‘progresso’ e di ‘innovazione’, quando non di ‘superamento del nazionalismo’ o di ‘internazionalismo proletario’.

Ma ciò, pur con tempi e modalità diverse, è avvenuto ovunque, dunque non è a causa di questo o quel governo, partito o sindacato.

Negli ultimi 70 anni, con il concentrarsi della ricchezza e del potere reale nelle mani delle famiglie della grande finanza, divenute proprietarie delle banche centrali degli stati, delle multinazionali e dei media, siamo entrati in una nuova fase/organizzazione del potere, quella che Marx definiva come passaggio dal capitalismo industriale al capitalismo finanziario (finanzkapitalism), anche grazie alla creazione, sviluppo e controllo della digitalizzazione.

Il luogo principale di produzione del capitale oggi non è più la fabbrica, ma sono le banche centrali proprietarie della moneta e le istituzioni globali che ne controllano l’emissione, la circolazione e l’utilizzo, e queste sono gestite dalla grande finanza che ne ha fatto l’arma più potente della propria dittatura.

Basti pensare che il denaro impegnato in titoli ‘derivati’ quindi immateriali (non relativi a beni prodotti) è 10 volte il PIL globale, cioè tutto quanto viene prodotto nel mondo. [2]

Questa è la ragione di fondo della perdita di ruolo e di potere della classe operaia, ma anche dell’imprenditore e del ceto medio.

La fabbrica/manifattura di oggi, ha il suo ruolo primario nel controllo sociale e politico del territorio, gli stessi ‘mezzi di produzione’ sono per lo più in leasing, cioè di proprietà della grande finanza attraverso le sue banche, e il ‘proprietario’ (ex capitalista) è una sorta di direttore in mano alle multinazionali, azioniste di maggioranza e/o creditrici, nonchè arbitri del ‘mercato’, oggi meno libero che mai.

Ciò rende teoricamente inefficace la ‘vecchia arma’ dello sciopero ad oltranza o della occupazione delle fabbriche, ed a ciò va aggiunta la facilità con cui la multinazionale proprietaria può aumentare la stessa produzione in una qualsiasi delle sue società sparse per il mondo, scegliendo a suo piacimento costi energetici, ambientali e salariali più ridotti.

Se non si parte da questo dato di fatto e non si analizza l’attuale struttura del potere, i suoi snodi, le sue ‘casematte’, si rischia di continuare a:

– scrivere di ciò che sta avvenendo senza comprenderne il senso, né chi l’ha fatto accadere [3];

– fare convegni e manifestazioni tra pochi nostalgici della mitologia operaia;

– cercare un’improbabile egemonia di gruppo/partitino, nella in utile ‘mobilitazione’ contro un inesistente pericolo di ritorno del nazifascismo.

trilateral

Per affermare ed estendere la sua dittatura globale, la grande finanza, deve fare in modo che gli stati perdano sovranità, dipendano da lei attraverso il debito, abbiano economie deboli, organizzazione sociale in frantumi e il popolo non abbia fiducia in chi li governa, potendolo così pilotare con la paura.

La grande finanza ha concentrato il potere nelle sue mani e controlla ovviamente le banche, ma anche le multinazionali e l’informazione.

Le sue decisioni non seguono percorsi democratico-istituzionali, ma vengono assunte da summit di tipo mafioso e passate alla Superloggia massonica e ad organismi ‘rappresentativi’ della catena di comando (Bilderberg, Trilaterale, CFR, Club di Roma…), per la loro applicazione. Per questo parlamenti, governi e partiti (anche quelli non corrotti) hanno perso ruolo e potere.

Tutto il popolo italiano è oppresso dalla dittatura del capitalismo finanziario e dei suoi servitori; per questo occorre uscire da impotenti (poiché non incidono sui centri in cui si produce il capitale e si esercita il potere) visioni di classe e definire strategie e tattiche per vittoriose battaglie unitarie, di popolo.

La cultura politica derivante dallo studio/lettura dei classici del Movimento Operaio (Anarchico, Socialista e Comunista), nonchè dalle lotte per l’emancipazione sociale e politica contro il potere e la cultura con cui si è affermato il sistema capitalista, sarebbero utilissimi nel costruire l’unità di quella parte minoritaria di popolo (homo civicus), pur con diverse idee ma interessata a togliere il potere alla grande finanza e partecipare, attraverso la democrazia diretta alla sua gestione finalizzata al bene comune.

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L’antifascismo e l’anticomunismo appartengono alla storia, bella o brutta che la si voglia ritenere, e oggi servono solo a rinviare la presa di coscienza che il popolo può liberarsi solo unendo tutte le forze contrarie al dominio del capitalismo finanziario… e a coprire chi, fingendo di combattere per una parte contro l’altra, assolve al compito di tenerci divisi.

  1. https://vk.com/videos452517770?z=video452517770_456239018%2Fpl_452517770_-2.
  2. https://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/11/i-derivati-valgono-10-economie-mondiali-e-la-regolamentazione-resta-lontana/117519/
  3. http://fondazionefeltrinelli.it/come-sta-cambiando-il-capitalismo-occidentale/

Nikola Tesla: anche il caso fa la storia

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La visita alla casa natale di Tesla consente di farsi un’idea della sconfinata genialità di questo scienziato rimasta per decenni oscurata, nonostante la ventina di lauree honoris causa conferitegli.

Il furto e l’occultamento dei  suoi studi, esperimenti  e brevetti da parte  di altri ‘inventori’(tra cui il nostro Marconi, per quello della radio), delle multinazionali e dei servizi segreti, civili e militari, USA,  hanno privato l’umanità degli straordinari sviluppi civili delle sue invenzioni e intuizioni.

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Libro su l’FBI e Tesla

Ciononostante sono 700 le invenzioni e circa 300 i brevetti che hanno cambiato il mondo (Nikola Tesla: le 10 invenzioni che hanno cambiato il mondo , https://www.aprireazienda.com/invenzioni-nikola-tesla/) e arricchito banche e e multinazionali USA, diversi altri sono stati posti sotto segreto dalla FBI ( fu lo stesso J. Edgar Hoover, capo dell’FBI, a dichiararle “most secret”, vista la natura delle invenzioni di Tesla e dei suoi brevetti).

Prima che la Continental Edison Company lo  ‘pescasse’ nel 1882 a  Budapest , dove lavorava alla compagnia dei telefoni, per portarlo a Parigi, e due anni dopo negli USA, Tesla aveva abbandonato gli studi alla Università tecnica di Graz. (Charles Batchelor, suo superiore alla Continental,  scrisse a Thomas Alva Edison, nella lettera di accompagnamento “Conosco due grandi uomini: uno siete voi, l’altro è questo giovane”. Edison assunse Tesla nella sua azienda Edison Machine Works).

20987667_1648839741824806_1353719078_nSmiljan, Croazia, casa natale di Tesla, pannelo con i numeri dei suoi brevetti

Approfondendo le cause di tale abbandono scopriamo che fu un funzionario dell’Impero Austro-Ungarico, a togliergli senza alcuna motivazione l’assegno – borsa di studio dell’esercito per gli universitari delle zone di confine croate.

Come sarebbe cambiata la storia economico-politica del mondo se Tesla avesse terminato gli studi in Austria e poi a Praga, senza dover andare a lavorare per la Edison a Budapest e poi a Strasburgo e definitivamente negli USA ?

Cosa sarebbe successo se le sue scoperte e invenzioni, invece che negli USA a beneficio delle loro banche, industrie e multinazionali della energia, comunicazioni, industria bellica (i motori inventati da Tesla sono ritenuti la base della seconda rivoluzione industriale), si fossero sviluppate in quegli anni in Europa?

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Turbina Tesla

Con la produzione di energia infinita e la sua gratuita fruizione da parte delle persone non avremmo avuto la concentrazione di potere finanziario-politico nelle mani dei Rockefeller (petrolio),  così come le applicazioni militari delle scoperte di Tesla, dal radar al ‘Bulbo di Tesla’, ecc. , non sarebbero state  USA , ma austro-ungariche prima e croato-serbe poi, e oggi avremmo un altro mondo.

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Citazione di Nikola Tesla

Certamente migliore, visto che la potenza politico-economica delle banche e multinazionali USA è servita per creare guerre a go go, l’uso della bomba atomica e l’asservimento di gran parte dei popoli del pianeta .

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Particolare della parete che ospita copie dei libri dedicati nel mondo a Tesla. Molti parlano di una morte ‘non naturale’, utile agli interessi delle multinazionli dell’energia e dell’industria bellica

Info :

 

 

 

Dopo Salvini, su fiscal compact Renzi copia anche ‘sovranisti e populisti’

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Il primo banchiere di Renzi  si è (o è stato) suicidato*.

Pare che Serra & Banchieri Rothschild non intendano imitarlo e abbiano dato gli 8 mesi al loro ex Presidente; per questo Matteo Renzi , dopo aver copiato il ‘razzista’ Salvini sulla immigrazione clandestina, ha deciso di copiare anche i ‘ sovranisti e populisti’ che si oppongono al fiscal compact (**), che il suo PD ha messo in Costituzione (!),  pur di recuperare consensi, sostegni  e voti per le prossime elezioni politiche.

I globalizzatori germanocentrici, su pressioni dei banchieri,  prima di scartarlo a vantaggio del Conte Gentiloni o di Franceschini, gli hanno dato un tacito lasciapassare (come quello pre-referendum) per poter dire minchiate elettorali fino alle elezioni, ma qualcosa pare non aver  funzionato:  o lui ha tirato troppo la catena o qualcuno non era a conoscenza dei taciti accordi .

Sta di fatto che all’eurogruppo hanno impallinato e deriso la sua proposta, ‘a reti mediatiche unificate’, di alzare il debito al 2,9% per 5 anni ***.

Da bravo pokerista Matteo fa finta di nulla,  anzi (sulle orme dell’altro pargolo sorosiano, Tsipras) gioca la carta di presentarsi agli italiani come strenuo combattente contro la Commissione, la BCE e la Merkel.

Ora, lui, Piagnone Richetti e Martina (il sosia di Fassino), hanno aperto una lunga campagna elettorale e gireranno l’Italia, sul treno e sui media, con la scusa del libro acchiappavoti di Matteo. Un estremo tentativo di riorganizzare le truppe renziane rimaste nel PD, e di recuperare i ‘fratelli’ e gli opinion leader, di centrodestrasinistra, delle varie regioni e città.

Nonostante lui e le due scimmiette (la terza rimarrà acquattata nei Boschi) non manifestino dubbi o paure, dentro al PDirenzi e nel Governo Renziloni, c’è chi, ligio agli input dei globalizzatori germanocentrici, fa trapelare il proprio dissenso.

Loro, e alcuni giornalisti, pensano che i bluff di Renzi finiranno per favorire chi, come Lega e 5 Stelle dice questo da anni, alienando all’attuale gruppo dei ‘Leopoldini’, impadronitisi del PD, la solidarietà dei popolari, dei socialdemocratici europei e dei loro burattinai della grande finanza, .. e vede già il masso in fondo al tunnel ..

(*) https://www.pressreader.com/italy/libero/20150304/281479274875666

(**)  https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_bilancio_europeo

(***)  http://www.lastampa.it/2017/07/11/economia/lue-ignora-le-proposte-di-renzi-parliamo-con-ghttps://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_bilancio_europeoentiloni-e-padoan-e0uyUu0cLSEYNVBKuOruDO/pagina.html

 

 

Terrorismo in Europa. Perché ?

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Il terrore è sempre stato un’arma del potere e la grande finanza è disposta a tutto pur di impedire che i popoli europei si liberino dal suo dominio

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La lotta del così detto ‘mondolibero’ contro il comunismo, era la base giuridico-mediatica e la causa di forza maggiore con cui , per difendere il potere della grande finanza, le forze politiche e quelle di polizia si sentivano in diritto di violare le fondamenta della democrazia e non applicare le rispettive Costituzioni.

Con il crollo del socialismo reale nell’URSS e nei suoi stati satelliti, la strategia elaborata da Cheney, Rumsfeld, Kissinger e Brezinsky, voluta e sostenuta  dagli ideologi della lobby sionista (che vi vedeva il trionfo della tesi  giustificativa della occupazione della Palestina e di territori di altri stati arabi), impose il nuovo nemico del  ‘mondolibero’: l’integralismo-terrorismo islamico.

Tale strategia ha avuto una sua lenta elaborazione, cominciata con il PNAC (https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_per_un_nuovo_secolo_americano) e ufficialmente  varata con il grande crimine, in mondovisione, del 9/11/2001; l’evento fu possibile grazie alla sperimentata collaborazione tra i servizi USA e quelli Sauditi e alla disponibilità di Al Qaeda (organizzazione terroristica da anni alle dipendenze della CIA).

Le guerre, i golpe e le attività delle organizzazioni terroristiche, a cominciare dal criminale comportamento del Generale inglese e gran massone, Rupert Smith, che ubbidendo agli input di Bilderberg e Trilaterale con la Operation Deliberate Force, in Bosnia-Erzegovina,  diede origine alla guerra alla Yugoslavia  (compito portato poi a termine da Massimo D’Alema) sono frutto di questo folle progetto di sottomettete i popoli del globo al potere delle banche e delle multinazionali che controllano gli Stati Uniti d’America.

Le ragioni e le forme con cui il terrorismo arriva in Europa sono molteplici, ma penso che, seguendo l’antico detto latino ‘cui prodest ?’(a chi giova), esso rientri in tale disegno globale; del resto è dalle origini della attuale Unione Europea che , tra alti e bassi, le banche e le multinazionali USA, attraverso la Germania, portano avanti l’occupazione dell’Europa.

Per attivare il terrore in Europa, i servizi hanno avuto a disposizione l’enorme massa di manovra composta dai salafiti, dagli estremisti islamici e dai mercenari, reclutati in Europa (per essere clandestinamente inviati in Kosovo, Libia, Siria, Ucraina … ) ed ora clandestinamente rientrati, mischiandosi ai siriani in fuga dalla guerra e dal terrore;  ma possono anche disporre di  ‘cani sciolti’,  pur guidati da input-appelli di imam e/o agenti, per lo più Sauditi o Qatariani (due monarchie nate, protette e cresciute, sotto il dominio delle multinazionali petrolifere).

Di recente, per cercare di occultare il più possibile i legami tra il terrorismo e i servizi segreti Nato e/o  dei singoli Stati, collaborazionisti della grande finanza (che già, come in Italia, hanno dimostrato  di saper operare con malavita organizzata e mafie per ottenere l’ubbidienza di altri settori dello Stato e di singole personalità, della finanza della politica, dei media e anche del Vaticano), i loro media hanno molto evidenziato che singoli attentati possono anche essere opera di squilibrati, mossi da emulazione verso le gesta dei terroristi.

Tale eventualità esiste, ma analizzando i comportamenti e le coperture avute dai terroristi (contrabbandate per ingenuità e/o dabbenaggine dei servizi dei vari stati), così come il fatto che d’improvviso disponessero di adeguate risorse finanziarie e/o armi ed esplosivi, consentono di collegare questi soggetti al prototipo delle vittime di manipolazione mentale,  come l’MK-Ultra o i ‘Manciurian candidate’ (oggi costruibili dai servizi di almeno 5 paesi, Israele e USA in primis, ma anche Germania , Inghilterrra e Francia).

Il compito del terrorismo in Unione Europea è quello di diffondere la paura, il razzismo e l’insicurezza, in quantità talmente elevata da produrre assuefazione all’idea che solo il potere della grande finanza sul globo possa riportare l’ordine,  portando con se anche il rifiuto a mettere in discussione gli attuali ‘dis-‘ equilibri e strumenti di potere operanti in Europa.

Nel momento in cui, cresce la consapevolezza dei prezzi pagati dai popoli europei con l’introduzione dell’Euro e la concentrazione di potere e sovranità in mano a BCE e Commissione europea (come segnalano le rivolte del popolo greco, le proteste francesi, spagnole e belghe, la stessa Brexit ed il crescente consenso a movimenti e partiti contro l’Euro e questa UE dei banchieri e delle multinazionali), cresce anche il rischio, per banche e multinazionali, che, una dopo l’altra, saltino tutte le casematte con cui difendono la loro occupazione dell’ Europa.

Come le due torri, oltre al lancio del PNAC, servirono ad imporre il Patriot Act, che conferiva poteri assoluti al Presidente, o chi per lui (CIA & Super Loggia), così il loro terrorismo in Europa, verrà usato anche per toglierci altri diritti e altre libertà …e prima o poi, per entrare ufficialmente nella ‘Matrix’,  prepariamoci al Microchip sottocutaneo per tutti, come già programmato dal Bilderberg e dalla Trilaterale.

Per l’1% dei ricchi europei, complici della grande finanza, Uno spettro s’aggira per l’Europa ed è quello che il 99 % del popolo si accorga di essere loro schiavo e che, sotto la spinta popolare, i Governi cambino composizione  e/o orientamento politico, gli Stati si riprendano la loro sovranità o diano vita ad una vera Confederazione Europea, magari dimensionata a base continentale, come il Consiglio d’Europa (in foto).

Il calabrone* Cinque Stelle vola, smentendo le leggi della politica

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Precari e risparmiatori traditi da banche e coop

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Memorie dal Parlatoio (2006-2008) / Flashback alla rinfusa – 3

Oggi Di Pietro e PD si stracciano le vesti per i precari della scuola che, togliendo al pubblico servizio qualificanti e utili contributi e violando diritti civili ed umani, sono rimasti senza lavoro.

E’, in primis, necessario chiarire che anche tutti gli altri precari sono detentori del medesimo diritto civile ed umano e sarebbe giusto tutelarli.

Detto questo, la ragione del flashback n°3 è quella di ricordare a tutti i partiti del centrosinistra, attuale e di allora, che i precari c’erano anche durante l’ultimo Governo Prodi, e da quel Governo ottennero chiacchiere e promesse.

Era l’ottobre 2006 e avvalendomi della competenza del Presidente dell’Adusbef (attuale senatore di Di Pietro) e del “peso” del mio voto (sfuggito al controllo dei fratelli PdCI) sulla imminente legge finanziaria, ebbi tre incontri con ministri, sottosegretari e referente DS dei lavori sugli emendamenti.

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L’irresistibile ascesa di Padoa Schioppa

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All’ombra dello SCUDO ROSSO (Rothschild)

Padoa Schioppa è diventato famoso per il grande pubblico, nel 2007, quando era Ministro del Governo Prodi, per il suo invito alle famiglie italiane di mandare fuori di casa i “bamboccioni”, con tale termine poco edificante si riferiva ai ragazzi che restano in casa con i genitori nella fascia dai 20 ai 30 anni.
Era Ministro di un Governo di centrosinistra e invece di affrontare il tema della disoccupazione giovanile e della enorme diffusione del lavoro precario (sviluppatosi per scelta della Confindustria, ma accolto dal Ministro Treu all’epoca del precedente Governo D’Alema), pose i giovani sul banco degli accusati.
Era evidente che lui, come i Ministri e i capi partito che avevano deciso di allontanarsi dal “diritto al lavoro”, sancito nella Costituzione Italiana, e dalla conquista sindacale e sociale del “lavoro stabile”, non avevano alcuna idea di come una persona potesse sopravvivere autonomamente con 7/800 Euro al mese (chi aveva la fortuna di trovare lavoro “occasionale” e “precario” per un intero mese), oppure avendone piena consapevolezza non lo ritenevano un problema loro.
Io ero senatore di maggioranza (2006-2008) e lui era il mio Ministro, ma non lo conoscevo se non per il fatto che era magnificato a sinistra come grande economista e che i giornali avevano parlato di lui come autorevole candidato alla guida della Banca d’Italia; poi mi feci una mia opinione e nell’ottobre 2007 entrai in polemica con la sua illustrazione della finanziaria 2008, in cui parlò dei poveri ma diede denaro ai ricchi.

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Il “grande censore”… censurato

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Il Ministro Brunetta ha dato notizia dello sperpero di denaro pubblico che si consuma con l’abuso delle auto blu, oggi tutta la stampa vi da ampio risalto. Io ascoltando i telegiornali ero furente perchè lui parlava di 60.000, mentre Per il Bene Comune ne denunciava già più di 500.000 nel 2007, e nessuno ci ascoltava (vedere qui sul blog o su www.perilbenecomune.net, le nostre 11controproposte alla finanziaria).

Poi mi è venuta l’ansia da errore: non sarà mica successo che per leggerezza qualcuno di PBC ha letto male un dato o lo ha esagerato, poi l’abbiamo ripetuto prendendolo per buono?

No, fatta la verifica sulla ricerca condotta nel 2007 le cose stanno proprio come dicevamo noi, anzi, un po’ peggio.

Ma allora il Ministro dove ha preso i dati?

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Qualche utile idiota griderà al complottismo…

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UN’UTILE LETTURA.

Stavo cercando informazioni sulla BP, in riferimento alla catastrofe nel golfo di Messico. Ho scoperto che il suo Presidente si chiama Peter Sutherland e ho voluto saperne di più. Ed ecco uno strano personaggio, Peter Sutherland ……..Wikipédia ci dice:

Peter Sutherland (nato il 25 aprile 1946) è un vecchio uomo politico irlandese.

E’ presidente de l’European Policy Centre, di Goldman Sachs International, della BP (British Petroleum), e anche della sezione Europa della Commissione Trilaterale. E’ anche membro del comitato di direzione del Gruppo Bilderberg. E’ anche direttore non esecutivo della Royal Bank of Scotland.

Dal 1985 al 1989, è stato in carica a Bruxelles in quanto Commissario responsabile della politica per la concorrenza. Tra 1989 e 1993, Peter Sutherland è stato Presidente di Allied Irish Bank. E’ stato direttore generale di GATT e dell WTO dal 1993 al 1995.

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I profitti della crisi

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da “IL CORROSIVO” di Marco Cedolin.

La crisi economica sta imperversando in maniera sempre più drammatica in tutto l’Occidente. Le imprese chiudono o delocalizzano, la disoccupazione sale a ritmo forsennato, i diritti si vaporizzano, le prospettive occupazionali si riducono al lumicino. Sulla scia lasciata dalla manovra “lacrime e sangue” imposta al popolo greco, un po’ dappertutto s’impongono sacrifici ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani. Le mense della Caritas conoscono un sovraffollamento mai sperimentato prima, in strada scendono sempre nuovi senza tetto, con gli Stati Uniti che tirano la cordata. Aumentano in maniera esponenziale, anche se i media raramente ne danno notizia, i suicidi e le tragedie familiari aventi per protagonisti persone strozzate dai mutui e rimaste senza lavoro. Un quadro a tinte fosche, condito dalle promesse dei mentori del progresso che preconizzano improbabili “riprese” che germoglieranno miracolosamente da quelle lacrime e dal quel sangue fagocitati in maniera sempre più famelica. Eppure la crisi economica presenta anche un’altra faccia della medaglia, quella delle grandi multinazionali e delle grandi banche, a beneficio delle quali è stata costruita l’intera operazione…
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